Il workshop si fonda su una scomoda verità e una constatazione. La scomoda verità è che l’inclusione va agita nel quotidiano, non basta proclamarla. La constatazione è che spesso l’inclusione è lost in translation nel passaggio da intenzione ad azione.
La nostra esperienza ci dice che anche nelle migliori organizzazioni persistono comportamenti diffusi, soprattutto micro-favoritismi e micro-discriminazioni, che minano l’inclusione. I pregiudizi inconsci giocano un ruolo importante, e infatti vengono affrontati nel workshop, ma il problema sono spesso i pregiudizi che si insinuano nelle azioni quotidiane.
Si tratta di un workshop esperienziale in cui vengono discusse molte situazioni reali nelle cui essere inclusivi significa vedere, dire e fare qualcosa, o, magari, non dire e non fare nulla sul momento, ma agire dopo. Partendo da situazioni concrete, analizzeremo come agire i principi inclusivi nelle varie circostanze della vita organizzativa e aiuteremo a trovare una risposta attuabile immediatamente da ciascuno secondo le proprie capacità e inclinazioni.
Il workshop vuole sostituire alcuni comportamenti con altri per far diventare l’inclusione la madrelingua dell’organizzazione.