I team inclusivi innovano di più (e probabilmente sono più felici)

I team inclusivi innovano di più (e probabilmente sono più felici)

Uno studio di Catalyst riporta che nei team con alti livelli di norme inclusive il 75% dei membri riferiscono alti livelli di innovazione di team.  Nei team con bassi livelli di nome inclusive, invece, il dato è 16%. Che la diversità e l’inclusione aumentino l’innovazione non è un’idea nuova, ma quasi 60 punti percentuali meritano un approfondimento e una riflessione. 

Cosa si intende con norme inclusive? Catalyst ne elenca tre:

  1. Promuovere le espressioni di diversità, per esempio:
    • invitando, e addirittura incoraggiando, il dissenso e i punti di vista anti-convenzionali. Il comportamento opposto consiste nell’appianare le differenze, non occuparsene e perfino vederle come una scocciatura.
    • assicurare che i membri del team siano visti, ascoltati e valutati per le prospettive uniche che possono portare. Dato che ognuno può portare una prospettiva, i contributi di tutti sono ricercati e valorizzati.
  2. Favorire un “clima di coaching” all’interno del team. In pratica i membri del team:
    •  hanno l’abitudine di darsi feedback costruttivi, cercare e dare supporto agli altri
    • si stimolano a vicenda nell’apprendimento, nella crescita e nel raggiungimento di obiettivi.
  3. Codificare un modo equo di prendere le decisioni di team. Semplicemente:
    • darsi delle regole condivise
    • coinvolgere sempre i membri del team nelle decisioni anche se la decisione finale la prende il leader.

 

Oltre a rendere i team più innovativi, queste norme li rendono più ingaggiati e umani. Non è menzionato nello studio Catalyst, ma è facile immaginare che siano team più felici. E’ da sottolineare che applicare queste norme non costa nulla (inizialmente richiedono un pò più di tempo, ma alla fine ne fanno risparmiare di più) e non richiede training particolari. Basterebbe dichiararle e farle osservare, partendo dall’alto, perché l’esempio è fondamentale.