Managers4Women. Consiglio N.2: Incoraggiare le donne a farsi sentire

Managers4Women. Consiglio N.2: Incoraggiare le donne a farsi sentire

 

Difficoltà: Molte donne, a causa dello stereotipo di genere e dell’educazione ricevuta, sono più facili da sovrastare in riunioni e dibattiti e tendono anche a zittirsi preventivamente quando la discussione si infiamma per non doversi buttare nella mischia. Non sono così tutte le donne, naturalmente, per esempio Kamala Harrris famosamente disse a Mike Pence: “Sto parlando io” quando lui cercò di sovrastarla in un dibattito tra i i due possibili vice-presidenti. Però per varie donne il far sentire la propria voce è un problema. Questo danneggia l’organizzazione (che ha bisogno del contributo di tutti e ha alcune conseguenze non volute (e spesso poco comprese) per le donne. La prima è che facendo sentire meno la propria voce si da l’impressione di avere meno da contribuire (e in effetti finisce per essere così) e anche di essere poco interessate, e addirittura un pò apatiche, rispetto all’argomento trattato. Il secondo effetto indesiderato è che si comunica l’idea di non essere disposte a combattere per le proprie idee e la loro posizione all’interno del gruppo. Questa cosa è sconsigliata se si ha in mente di fare carriera (career limiting behavior).

 

Spiegazione: Ci sono alcuni problemi.

  • Se qualcuno “parla loro sopra” in riunione, spesso le donne lasciano correre per non dover alzare a loro volta la voce (contradddicendo lo stereotipo femminile) ed essere “maleducate”.
  • Se devono insistere per farsi ascoltare (magari perché i partecipanti alla riunione hanno “spento l’ascolto” e iniziato a consultare il telefonino quando hanno iniziato a parlare), gettano la spugna, si chiudono in se stesse e si sentono offese (se poi chi parla dice cose poco intelligenti, si arrabbiano pure).
  •  Alcune donne sono state educate con l’idea che “si parla quando si è interpellati”, cioè quando qualciuno da la parola (e aspettano invano che qualcuno lo faccia).

 

Consiglio: Incoraggiare le donne far sentire la propria voce. Ecco come:

  • Anzitutto è utile spiegare alle donne cosa avviene nella testa degli astanti quando permettono a qualcuno di zittirle o di soverchiarle o quando non esprimono la loro opinione in modo assertivo. Si tratta di articolare le conseguenze non volute, spiegando bene le dinamiche, in modo che le donne possano metterle “sul piatto della bilancia” quando dvono decidere se alzare la voce o meno, se chiedere la parola o non chiederla..
  • Poi bisogna creare “lo spazio del cambiamento”, per esempio mettendosi d’accordo per dare dare un aiutino le prime volte che devono prendere la parola (“Alla prossima riunione ti do io la parola sull’argomento X. Tu poi, però, non te la fare portare via.”). Questo aiuto deve essere a tempo determinato.
  • Infine, bisogna dare il buon esempio, non interrompedo le persone quando parlano, non segnalando col linguaggio non-verbale che si ascolta qualcuno con interesse e qualcun altro meno, dicendo alle donne  taciturne (collaboratrici o colleghe): “Mi interessa sapere cosa pensi…” o “Vorrei ascoltare la tua opinione.” Naturalmente ciò va detto in modo convinto e sincero, se no meglio lasciar perdere. Di solito se il manager si mostra interessato, anche gli altri prestano attenzione. E magari – surprise surprise – si ascolta un punto di vista diverso che aggiunge valore al dibattito.

 

I Managers4Women sono manager interessati a massimizzare il talento disponibile, a supportare l’inclusione e a creare vero senso di appartenenza per tutti nella loro organizzazione. Se questo è essere femminsti, allora sono femministi.

Questo è il secondo post dedicato a manager che vogliono aiutare le donne ad esprimere il proprio potenziale. In ogni post partiamo da una difficoltà e suggeriamo come superarla.